di Mario Papadia
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Mario PapadiaPubblicato10 Settembre 2020
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APPUNTI E CRONACHE

Ben altro che fascismo, a Colleferro!

Ma quale fascismo, nella violenza contro il povero Willy Duarte.
Il fascismo, per quanto aberrante nella sua violenza, esprimeva una ideologia, magari confusa, ma ideologia, e dalle implicazioni violente.
 
Ciò che e avvenuto a Colleferro è gomorra, è machismo di suburra, è vuoto mentale, la pura ed ennesima manifestazione dell'haterismo diffuso.
 
E' parte di una rivoluzione surrealista che sta maturanto, governata da due pulsioni: il piacere dell'aggressione (non aggressività, troppo semplice!), e l'infinocchiamento del cosiddetto storytelling.
Il primo fornisce l'illusione di essere un qualcuno speciale, al di là di chi si è (acculturato o non), sicché più urli,  più mandi "vaffanculo", più dici cattiverie, più picchi, più sei qualcuno, più scuoti l'acqua.
Al secondo non importa che storia vai raccontando in questo momento, né quello che hai detto ieri né quello che dirai domani, basta che al presente tu dica o faccia qualcosa che sia proprio quella attesa, e anch'essa scuoti l'acqua.
 
La definisco una rivoluzione surrealista perché questa nostra civiltà sembra capace di produrre a livello globale soprattutto e quasi solo tecnologia della parola mentre è incapace di produrre benessere universale. 
 
Contro il fascismo a suo tempo abbiamo opposto idee. Perché è solo quella la guerra che abbiamo vinto. L'altra l'hanno vinta gli Alleati.
Bisogna che cominciamo a riflettere bene come creare un fronte combattente contro questo rivoluzione dell'odio surrealista.    

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