Eccolo qui il 2020, che vien sciando sull'abbondante neve alpina, farinosa e valangosa, illusoria sceneggiata del ritorno al clima di un tempo, mentre i ghiacciai continuano a sciogliersi e la cittadinanza di Mosca non sa se festeggiare primavera o lamentarsi di non aver avuto più - dopo un secolo e mezzo - la nevicata di natale.
Questo sarà l'anno critico per sapere se siamo giunti davvero al punto di svolta perché la Terra resti ancora un pianeta antropico o invece si sia avviata definitivamente a divenire l'habitat di quegli animali il cui organismo è indifferente all'inquinamento e al riscaldamento climatici.
Ho letto che l'area di Chernobyl, tuttora chiusa agli umani perché potrebbero ammalarsi di cancro, è popolata in libertà e sanità da tantissimi animali, selvatici ed ex-domestici.
Potrebbe avvenire lo stesso per la Terra nel suo insieme, o per buona parte di essa. Non sarebbe una novità, è già successo per altri viventi in epoche lontane, per esempio ai dinosauri nel disastro del Giurassico, in cui sono sopravvissuti solo i piccoli organismi mammiferi e ofidi.
Al rinsavimento globale si oppongono alcuni paesi, fra i quali sono antesignani gli USA di Trump, il Brasile del sovranista incendiario Bolsonaro, l'India dell'induismo settario di Modi.
Di fronte a questo schieramento mi faccio e faccio alcune domande.
- Cosa significa oggi essere nemici dell'umanità?
- Regge ancora la vecchia definizione di crimini contro l'umanità?
- I Paesi nemici della civiltà e del benessere umano sono davvero ancora o solo quelli a regime non-democratico?
- Qual è oggi, - di fronte al disastro ambientale annunciato - il concetto di democrazia?
L'opposizione oltranzista, egoistica e negazionista di quelle nazioni al concerto di una solidarietà internazionale per salvezza del Pianeta non fa di loro i nemici nella battaglia di una nuova civiltà che si fondi su una coscienza ecologica universale?
A noi tutti l'augurio che questo primo ventennio del XXI secolo si chiuda con la coscienza dei popoli e delle persone di cosa significhi essere affittuari di un pianeta irripetibile per la nostra portata, qualunque siano i vaniloqui di distrazione di massa di coloro che parlano di trasferimenti su altri pianeti.