Il ventisette gennaio, dunque, il rituale del vaccino sovranazionale e globalista. Proprio nei giorni in cui Johnson, leader nell'Inghilterra, celebra la sua fasulla indipendenza, ma aggrappandosi a un vaccino che è tutt'altro che nazionale.

Avvengono nella storia, nonostante la stoltizia dei governanti, fenomeni che sovrastano le ideologie politiche, le economie, le strutture statuali. Uno di essi sovrassta ogni altro, nel nostro tempo: il restringimento progressivo e irreversibile del pianeta Terra, e con esso l'inevitabile restringimento della distanza tra popoli e popoli.

E' questo uno delle più preziose e importanti acquisizioni di cui - volenti o nolenti - gli umani, i loro governanti e noi con essi è bene prendere atto.

Un universalismo che va molto al di là dell'ONU e dell'OMS istituzioni che furono espressione di un superamento della conflittualità bellica fra i popoli.
L'universalismo d'oggi ha intrinseco in sé il messaggio che, come le differenze biologiche, le distanze sociali ed economiche non potranno reggere a lungo così come sono strutturate, tanto quanto non reggono più i confini ambientali di fronte al collasso di tutto il pianeta. Qualcosa di analogo al crollo dell'impero romano.

E' uno degli argomenti del prossimo webinar che terrò il 9 gennaio 2021, insieme con altri di riflessione sui dati culturali scaturenti dalla vicenda del Covid-19.